Pubblico un foglio con delle interessanti riflessioni che ho trovato nella mia parrocchia. Purtroppo non conosco l'autore e non posso citarlo perchè nel foglio non ne trovo traccia.
Un momento fondamentale è costituito dallo scambio educativo tra genitori e figli (cfr. Ef 6,1-4; Col 3,20s), nel quale ciascuno dà e riceve. Mediante l'amore, il rispetto, l'obbedienza verso i genitori, i figli portano il loro specifico e insostituibile contributo all'edificazione di una famiglia autenticamente umana e cristiana (Gaudium et Spes, 48).
In questo saranno facilitati, se i genitori eserciteranno la loro irrinunciabile autorità come un vero e proprio "ministero", ossia come un servizio ordinato al bene umano e cristiano dei figli, e in particolare ordinato a far loro acquistare una libertà veramente responsabile, e se i genitori manterranno viva la coscienza del "dono", che continuamente ricevono dai figli. (Familiaris Consortio n. 21).
TRASMISSIONE DELLA FEDE AI PROPRI FIGLI DA 0 A 8 ANNI
Quando si parla di educazione dei bambini da 0 a 8 anni si deve sempre partire da tre coordinate: il dialogo, l'esempio ed il gioco.
Punto di partenza di ogni educazione dei figli è il dialogo, che inizia con loro già a tre anni e non smette mai; difficile recuperarlo a 14 anni se prima non c'è stato mai. E' uno strumento imprtantissimo per capire e far capire, per entrare in relazione profonda con il bambino e per abituarlo a non chiudersi ma a tematizzare e tentare di razionalizzare, con l'aiuto dell'adulto, il vissuto. Con chi si confronterà un adolescente se non ha imparato a farlo in famiglia? Si aiuterà con Internet, le chat, ecc. che daranno a loro modo le spiegazioni che i ragazzi cercano.
L'esempio è quello che noi genitori diamo ai nostri figli; i bambini apprendono il significato dell'amore guardando come ci relazioniamo tra noi e con loro. Il primo insegnaento della trasmissione della fede quindi è dare loro l'esempio dell'amore e della fiducia. E' facile capire che un figlio che non avrà conosciuto l'amore dei genitori e tra i genitori, avrà più difficoltà ad amare a sua volta tanto gli uomini quanto Dio; analogamente chi non avrà potuto dare ed avere fiducia in famiglia, stenterà ad aver fede nel prossimo ed in Dio. Naturalmente il clima della casa difficilmente potrà essere regolato in base a queste considerazioni, ma vanno pur fatte.
L'esempio, in secondo luogo lo possiamo dare anche con i nostri comportamenti più specifici riguardo alla fede. Dobbiamo innanzitutto capire che il nostro rapporto con Dio prevalentemente si sviluppa nel nostro cuore e nella nostra mente e che se Dio ci conosce e ci capisce senza bisogno di parole e gesti visibili, questo non vale per nostro figlio. Da quando nasce un bambino, se vogliamo trasmettergli la fede, sono necessari gesti, parole e manifestazioni visibili e cmprensibili; è necessario quindi ad esempio iniziare subito a fargli vedere che preghiamo, a farli il Segno della Croce sulla fronte e poi, in seguito, ad insegnarglielo, a raccoltargli piccole storie tratte dalla Bibbia. I bambini, lo sappiamo, hanno bisogno di gesti ritualizzati che diano ordine al loro mondo; quindi la preghiera può facilmente essere inserita nei riti della buona notte o del pasto in famiglia. Una nostra amica quando veste o accudisce sua figlia di quasi un anno gli canta sempre due o tre canzoncine di chiesa ed ora la bambina sorride e si emoziona quando le sente cantare durante la Messa.
Un esempio che aumenterà di importanza col crescere dell'età è la partecipazione alla Messa domenicale. Se i bambini impareranno che la domenica ad una determinata ora si va alla Messa questa diventerà una azione naturale e quando saranno più grandi gli sembrerà strano non andarci. Non si deve temere che il parroco o altri praticanti siano disturbati dal piccolo, a meno che il bambino non sia così irrequieto da parlare ad alta voce o da mettersi ad andare su e giù per la Chiesa, tocca a loro ad avere pazienza perchè il vantaggio che ne può derivare per l'educazione del bimbo è sicuramente superiore al fastidio arrecato. Questo appare ancor più evidente se si pensa alla situazione di tanti bambini, che non avendo mai frequentato la chesa, si ritrovano improvvisamente a 8 anni a dove frequentare la Messa e ad andare al catechismo perchè i genitori improvvisamente decidono di fargli fare la comunione. Il catechismo da solo non può produrre la fede perchè il suo compito è quello di dare delle conoscenze sistematiche ai bambini, in maniera simile ad una scuola, ma queste conoscenze se non trovano aggancio nella vita di tutti i giorni restano come appiccicate in superficie e non si capisce a cosa servano. Anche la Messa inserita alla domenica mattina al posto del gioco resta una cosa sconosciuta e incomprensibile e rifiutata non appena possibile. Se si aggiunge che talvolta i genitori portano i bambini a Messa e catechismo e poi se ne vanno, si capisce che in questo caso l'esempio viene dato in modo lampante ma negativo e giustamente i figli si ribellano a questa aggiunta di scuola la domenica. La prima comunione diventa un evento sociale familiare con foto, pranzo e regali ma alla fine non saremo riusciti a trasmettere la fede. A questo proposito voglio anche ricordare l'assurdità del discorso che fanno alcuni dicendo che non è necessario trasmettere la fede perchè così da grande il figlio sarà più libero di scegliere se credere o no. Sarebbe come se uno di noi non insegnasse al figlio a parlare perchè così da adulto potrebbe scegliere più liberamente la propria lingua. Non far conoscere non rende mai più liberi ma impedisce la libertà. E la fede, come la lingua si acquisisce meglio da piccoli.
La fede allora si trasmete soprattutto in famiglia, vivendola in modo percepibile dal bambino; ecco allora l'importanza di tutta una serie di oggetti, gesti, preghierine che la manifestano. Abbiamo detto che il bambino apprende giocando e quindi è utile procuragli anche giochi educativi. Un oggetto interessante di questa epoca dominata dalla televisione sono le videocassette sulla Bibbia o sulla vita di Gesù. Ne esistono anche a puntate come i cartoni animati che i nostri figli vedono spesso. A mensa si può invogliare il bambino a partecipare al ringraziamento con il "dado della preghiera". Abbiamo parlato dei racconti della buona notte, cioè di quelle letture che servono a favorire il sonno ed ecco allora la "Bibbia della buona notte". Quando i bambini saranno un po' più grandi nelle occasioni in cui è successo qualcosa che li ha spaventati o quando sono malati potrà essere introdotta anche la "benedizione serale dei figli". Sempre in età asilo potremo adornare la camerina con quadretti che riportano a fumetti le principali preghiere come il Padre Nostro, L'Ave Maria, L'Angelo di Dio e lo stesso Segno della Croce. Quando avranno 5 o 6 anni potremo appendere al muro anche un ricordo del giorno del loro Battesio con la data ben visibile (ad es. la veste bianca o la candela). In questa data potremo poi fare un piccolo festeggiamento. Importante per tutta la famiglia è la creazione dell'angolo della preghiera e di un calendario liturgico familiare. Quando succede qualcosa di particolare, sia bello che brutto, in famiglia, a scuola o alla televisione si può cominciare ad insegnare la preghiera spontanea.
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