lunedì 4 agosto 2025

Parole del Santo Padre Leone XIV all'omelia della Messa del Giubileo dei Giovani, 3 agosto 2025.

Carissimi giovani,

dopo la Veglia vissuta assieme ieri sera, ci ritroviamo oggi per celebrare l'Eucaristia, Sacramento del dono totale di Sé che il Signore ha fatto per noi. Possiamo immaginare di ripercorrere, in questa esperienza, il cammino compiuto la sera di Pasqua dai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35): prima si allontanavano da Gerusalemme intimoriti e delusi; andavano via convinti che, dopo la morte di Gesù, non ci fosse più niente da aspettarsi, niente in cui sperare. E invece hanno incontrato proprio Lui, lo hanno accolto come compagno di viaggio, lo hanno ascoltato mentre spiegava loro le Scritture, e infine lo hanno riconosciuto allo spezzare del pane. I loro occhi allora si sono aperti e l'annuncio gioioso della Pasqua ha trovato posto nel loro cuore.

La liturgia odierna non ci parla direttamente di questo episodio, ma ci aiuta a riflettere su ciò che in esso si narra: l'incontro con Cristo Risorto che cambia la nostra esistenza, che illumina i nostri affetti, desideri, pensieri.

La prima Lettura, tratta dal Libro del Qoelet, ci invita a prendere contatto, come i due discepoli di cui abbiamo parlato, con l'esperienza del nostro limite, della finitezza delle cose che passano (cfr Qo 1,2;2,21-23); e il Salmo responsoriale, che le fa eco, ci propone l'immagine dell'«erba che germoglia; al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca» (Sal 90,5-6). Sono due richiami forti, forse un po' scioccanti, che però non devono spaventarci, quasi fossero argomenti "tabù", da evitare. La fragilità di cui ci parlano, infatti, è parte della meraviglia che siamo. Pensiamo al simbolo dell'erba: non è bellissimo un prato in fiore? Certo, è delicato, fatto di steli esili, vulnerabili, soggetti a seccarsi, piegarsi, spezzarsi, e però al tempo stesso subito rimpiazzati da altri che spuntano dopo di loro, e di cui generosamente i primi si fanno nutrimento e concime, con il loro consumarsi sul terreno. È così che vive il campo, rinnovandosi continuamente, e anche durante i mesi gelidi dell'inverno, quando tutto sembra tacere, la sua energia freme sotto terra e si prepara ad esplodere, a primavera, in mille colori.

Noi pure, cari amici, siamo fatti così: siamo fatti per questo. Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un'esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell'amore. E così aspiriamo continuamente a un "di più" che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell'incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima (cfr Ap 3,20). Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell'infinito.

Sant'Agostino, parlando della sua intensa ricerca di Dio, si chiedeva: «Qual è allora l'oggetto della nostra speranza […]? È la terra? No. Qualcosa che deriva dalla terra, come l'oro, l'argento, l'albero, la messe, l'acqua […]? Queste cose piacciono, sono belle queste cose, sono buone queste cose» (Sermo 313/F, 3). E concludeva: «Ricerca chi le ha fatte, egli è la tua speranza» (ibid.). Pensando, poi, al cammino che aveva percorso, pregava dicendo: «Tu [Signore] eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo […]. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai (cfr Sal 33,9; 1Pt 2,3) e ho fame e sete (cfr Mt 5,6; 1Cor 4,11); mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace» (Confessiones, 10, 27).

Hermanas y hermanos, son palabras muy hermosas, que nos recuerdan lo que decía el Papa Francisco en Lisboa, durante la Jornada Mundial de la Juventud, a otros jóvenes como ustedes: «Cada uno está llamado a confrontarse con grandes preguntas que no tienen […] una respuesta simplista o inmediata, sino que invitan a emprender un viaje, a superarse a sí mismos, a ir más allá […], a un despegue sin el cual no hay vuelo. No nos alarmemos, entonces, si nos encontramos interiormente sedientos, inquietos, incompletos, deseosos de sentido y de futuro […]. ¡No estamos enfermos, estamos vivos!» (Discurso en el encuentro con los jóvenes universitarios, 3 agosto 2023).

[Sorelle e fratelli, sono parole bellissime, che ricordano quanto Papa Francesco diceva a Lisbona, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, ad altri giovani come voi: «Ognuno è chiamato a confrontarsi con grandi domande che non hanno […] una risposta semplicistica o immediata, ma invitano a compiere un viaggio, a superare sé stessi, ad andare oltre […], a un decollo senza il quale non c’è volo. Non allarmiamoci allora se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro […]. Non siamo malati, siamo vivi!» (Discorso per l'incontro con i Giovani Universitari, 3 agosto 2023).]

There is a burning question in our hearts, a need for truth that we cannot ignore, which leads us to ask ourselves: what is true happiness?  What is the true meaning of life?  What can free us from being trapped in meaninglessness, boredom and mediocrity?

In recent days, you have had many beautiful experiences.  You have met other young people from different parts of the world and from diverse cultures.  You have exchanged knowledge, shared expectations and entered into dialogue with the city through art, music, technology and sport.  At the Circus Maximus, you also approached the Sacrament of Penance and received God’s forgiveness, asking for his help to live a good life.

[C'è una domanda importante nel nostro cuore, un bisogno di verità che non possiamo ignorare, che ci porta a chiederci: cos'è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità?

Nei giorni scorsi avete fatto molte belle esperienze. Vi siete incontrati tra coetanei provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse culture. Vi siete scambiati conoscenze, avete condiviso aspettative, avete dialogato con la città attraverso l'arte, la musica, l'informatica, lo sport. Al Circo Massimo, poi, accostandovi al Sacramento della Penitenza, avete ricevuto il perdono di Dio e avete chiesto il suo aiuto per una vita buona.]

In tutto questo potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo (cfr Lc 12,13-21). È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere (cfr Mt 10,8-10; Gv 6,1-13). Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle «cose di lassù» (Col 3,2), per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità» (Col 3,12), di perdono (cfr ivi, v. 13), di pace (cfr Gv 14,27), come quelli di Cristo (cfr Fil 2,5). E in questo orizzonte comprenderemo sempre meglio cosa significhi che «la speranza […] non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (cfr Rm 5,5).

Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, «che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande […], per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna» (XV Giornata Mondiale della Gioventù, Veglia Di Preghiera, 19 agosto 2000). Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo.

Vi affido a Maria, la Vergine della speranza. Con il suo aiuto, tornando nei prossimi giorni ai vostri Paesi, in tutte le parti del mondo, continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiate chiunque incontrate col vostro entusiasmo e con la testimonianza della vostra fede! Buon cammino!


lunedì 23 giugno 2025

Unicredit: a Frosinone le pari opportunità sono ancora lontane

E’ quanto emerge dall’analisi dei dati, al 31/12/2024, che l’azienda ha fornito ai sindacati, nell’ambito dell’incontro annuale. Infatti, facendo un raffronto tra i dati locali e quelli dell’azienda si nota subito una  bassa presenza di donne, il 45,58% a Frosinone contro il 50,13% a livello banca. Ma oltre ciò le donne che ci sono non sono neanche valorizzate. Sì, è vero, la nostra AM è una donna, ma anche chi l’ha preceduta, e la precedente ancora, insomma ci sono state 3 donne consecutive nel ruolo di AM, ma i numeri, purtroppo, sono impietosi.

lunedì 14 aprile 2025

Frosinone e banche: Numeri contro i budget

 In questo studio analizziamo l'andamento di dati bancari rilevanti quali depositi, prestiti e filiali. Il tutto per dare uno strumento in più ai colleghi al fine di analizzare ancor meglio i budget assegnati.

Buona lettura e se volete confrontarvi io sono a disposizione. 

sabato 29 marzo 2025

TUTTI INSIEME PER UN GRANDE “NO ALLA DESERTIFICAZIONE BANCARIA”

Si terrà il primo aprile una manifestazione per la raccolta di firme contro la chiusura della filiale di Banca Intesa ad Isola Liri. L’appuntamento è per martedì prossimo dalle 9.00 alle 13.00 di fronte la filiale di Banca Intesa dove ci sarà un banchetto del sindacato dei bancari Unisin/Confsal che organizza la petizione ed è pronto a dare tutte le informazioni ai cittadini che interverranno.

“Ringraziamo il Sindaco Quadrini, dichiara Alessio Storace, Segretario Provinciale di Frosinone Unisin/Confsal, per aver autorizzato questa petizione davanti Banca Intesa di Isola Liri e per aver condiviso la nostra battaglia contro la desertificazione bancaria.”

“La chiusura di questa filiale risulta incomprensibile, prosegue Alessio Storace, soprattutto se andiamo ad analizzare i dati sull’attività bancaria di Banca d’Italia. Ad Isola Liri, infatti, dal 2019 al 2023, non sono ancora noti i dati del 2024, i depositi sono aumentati del 32,96%, mentre i prestiti del 24,32%.”

“Alla luce di ciò - conclude Alessio Storace (Unisin/Confsal) - non si comprende perchè si debba chiudere una filiale storica che è stata aperta nel 1936 come Banco di Napoli e già questo dato, da solo, fa capire come ormai faccia parte del tessuto sociale della città.”

Questa petizione serve anche a far capire che una filiale bancaria non è solo il luogo importante dove cittadini ed imprese gestiscono i loro risparmi e le loro attività, ma anche un presidio di legalità e la chiusura di uno sportello in una realtà come la nostra è un colpo molto pesante. II nostro sindacato, unito al Sindaco di Isola Liri, invitiamo quindi la cittadinanza a partecipare a questa petizione nella speranza di veder accolto il nostro appello da parte dei vertici di Banca Intesa, e che riconsiderino la chiusura della filiale perchè oggettivamente dannosa non solo per Isola del Liri ma anche per tutti quei comuni limitrofi che sono già desertificati e che, purtroppo, non sono pochi.”

Appuntamento dunque per martedì prossimo primo aprile 2025, dalle ore 9.00 alle 13.00, davanti la filiale di Banca Intesa ad Isola Liri per dire NO alla desertificazione bancaria.


giovedì 23 gennaio 2025

L'educazione cristiana dei figli

Pubblico un foglio con delle interessanti riflessioni che ho trovato nella mia parrocchia. Purtroppo non conosco l'autore e non posso citarlo perchè nel foglio non ne trovo traccia.

Divenendo genitori, gli sposi ricevono da Dio il dono di una nuova responsabilità. Il loro amore parentale è chiamato a divenire per i figli il segno visibile dello stesso amore di Dio, "dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome" (Ef 3,15). (Familiaris Consortio n. 14)

Un momento fondamentale è costituito dallo scambio educativo tra genitori e figli (cfr. Ef 6,1-4; Col 3,20s), nel quale ciascuno dà e riceve. Mediante l'amore, il rispetto, l'obbedienza verso i genitori, i figli portano il loro specifico e insostituibile contributo all'edificazione di una famiglia autenticamente umana e cristiana (Gaudium et Spes, 48).

In questo saranno facilitati, se i genitori eserciteranno la loro irrinunciabile autorità come un vero e proprio "ministero", ossia come un servizio ordinato al bene umano e cristiano dei figli, e in particolare ordinato a far loro acquistare una libertà veramente responsabile, e se i genitori manterranno viva la coscienza del "dono", che continuamente ricevono dai figli. (Familiaris Consortio n. 21).

mercoledì 20 novembre 2024

Partecipazione: la situazione attuale

 

Nei precedenti articoli abbiamo affrontato la genesi della Partecipazione, ovvero da dove nasce l’idea, e come si è sviluppata. Abbiamo visto che l’intuizione è venuta ad un pontefice, Papa Leone XIII, che il 15 maggio 1891 consegnò la famosa enciclica “Rerum Novarum”, pietra miliare della pastorale sociale della Chiesa, dove individuò nella Partecipazione la terza via alternativa che, nelle sue intenzioni, doveva dirimere il grande conflitto del XX° secolo che lui già intravedeva, ovvero lo scontro tra Capitale e Lavoro.

Abbiamo visto anche coloro che, con tutta probabilità, ha ispirato Papa Leone XIII grazie alle loro azioni coraggiose, in particolare il vescovo tedesco Von Kettler ed il cardinale inglese Manning, oltre ai movimenti americani che portarono proprio gli Stati Uniti a festeggiare la prima Festa dei Lavoratori il 1° maggio 1890.

Abbiamo visto poi come questa tematica è stata ripresa, senza modifiche ma con importanti approfondimenti, da Papa Pio XI, da Giovanni XXIII, da Giovanni Paolo II e, da ultimo, da Benedetto XVI.
Ma come tradurre tutto ciò oggi? Alla luce del recente rinnovo del CCNL Abi, che prevede forme di Partecipazione, a quale modello ispirarsi?

venerdì 13 settembre 2024

Produzione? Si, ma ...

Come periodicamente facciamo, vi inviamo i dati economici del nostro territorio così come rilevati dalla Banca d'Italia. Questo documento, sia chiaro, ha un solo obiettivo: fornire un dato concreto e terzo sulla realtà che ci circonda. Molto spesso le banche tendono, infatti, a dare una immagine non proprio fedele di quanto accade ecco perchè come Unisin sentiamo il bisogno di dare un quadro più possibile chiaro della situazione, utilizzando dati oggettivi quali quelli di Banca d'Italia. Questo strumento non nasce come volontà di contrasto alla produzione, siamo banche, società per azioni, e non istituti di beneficienza, quindi l'utile si deve fare ed ognuno di noi deve, con senso di responsabilità, fare la sua parte. Ma un conto è la produzione, altro discorso sono le pressioni commerciali che, purtroppo, stanno riprendendo più forti ed incalzanti di qualche anno fa. Pertanto con questa iniziativa intendiamo dare ai colleghi dei dati per capire se i budget assegnati hanno una coerenza con il territorio, o sono completamente scollegati. In questo secondo caso non vogliamo giustificare una inerzia da parte di nessuno, però consentire di contrastare le esose richieste dell'azienda con dati di fatto. Questo con la sola volontà di difendere la dignità dei lavoratori.

Report primo semestre 2024