C’è una promessa nella nostra Carta costituzionale che, più di altre, è rimasta a lungo sospesa tra enunciazione e realtà. È quella contenuta nell’articolo 46 della Costituzione della Repubblica Italiana, che riconosce ai lavoratori il diritto di collaborare alla gestione delle imprese, “ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro”. Una promessa alta, moderna, quasi profetica, che parla di partecipazione, responsabilità condivisa, democrazia economica. Eppure, a distanza di decenni, quella norma continua a essere evocata più nei convegni che nei consigli di amministrazione. Oggi, però, il tema torna con forza al centro del dibattito pubblico. Non per ideologia, ma per necessità. In un’economia attraversata da transizioni tecnologiche, ambientali e sociali, la partecipazione dei lavoratori non è un lusso: è uno strumento di governo dei cambiamenti. La domanda, allora, non è se coinvolgere i lavoratori, ma come farlo davvero.
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